Per diagnosi prenatale si intende l’insieme delle indagini, strumentali e di laboratorio, mediante le quali è possibile monitorare lo stato di salute e di benessere del feto durante il corso della gravidanza. L’impiego delle tecniche di diagnosi prenatale è volto ad identificare patologie che interessano il feto su base genetica, infettiva, iatrogena o ambientale.
Allo stato attuale è possibile individuare soltanto alcune patologie del feto, ma la diagnosi prenatale sta facendo grandi passi avanti e ci permette oggi di guardare al futuro con maggiori prospettive.
Le varie tecniche di diagnosi prenatale oggi messe a punto consentono di individuare alcune patologie malformative multifattoriali, le anomalie cromosomiche e le malattie geniche di cui si conosca lo specifico difetto, nonchè la presenza del genoma di agenti infettivi (es. Citomegalovirus, Herpes simplex, Varicella Zooster, Rubeovirus, HIV, Toxoplasma gondii, Parvovirus).
Quali sono gli obiettivi della diagnosi prenatale?
I principali obiettivi della diagnosi prenatale sono:
- Fornire rassicurazioni e ridurre l’ansia, che si associa alla gravidanza, in tutte le coppie e specialmente in quelle a rischio elevato per patologie congenite;
- Fornire un ventaglio di dettagliate e specifiche informazioni alle coppie a rischio per patologie congenite;
- Informare le coppie a rischio per una determinata patologia congenita, sull’eventuale esistenza di un test mirato per la diagnosi di quella anomalia;
- Instaurare, se possibile, un trattamento, farmacologico e/o chirurgico, nei confronti del feto affetto da una determinata patologia;
- Permette di ottimizzare la condotta medica, psicologica e postnatale a fronte della anomalia fetale diagnosticata.
Quali sono le tecniche di diagnosi prenatale?
Le tecniche di diagnosi prenatale si dividono in “non invasive “ ed “invasive”.
Tecniche di diagnosi prenatale invasive
La diagnostica prenatale invasiva comprende l’insieme delle procedure idonee a prelevare tessuti embrio-fetali od annessiali allo scopo di indagare sospette cromosomopatie correlate a quadri malformativi, per la ricerca di agenti infettivi, per la valutazione di parametri ematologici fetali. Le tecniche attualmente utilizzate sono:
- Il prelievo dei villi coriali (villocentesi);
- Il prelievo di liquido amniotico (amniocentesi);
- Il prelievo di sangue fetale dal cordone ombelicale (cordocentesi o funicolocentesi).
La scelta della tecnica da impiegare viene dettata dall’indicazione, dall’epoca di esecuzione del prelievo, dalla specifica esperienza dell’operatore e del laboratorio di riferimento, oltre che dalla preferenza della donna dettagliatamente informata.
Amniocentesi
Il periodo migliore per eseguire l’amniocentesi è tra la 15˚ e la 18˚ settimana di gestazione. Mediante lo studio del cariotipo fetale si può avere una valutazione delle alterazioni numeriche e/o strutturali dei cromosomi che sono causa di malattia. Recentemente la sua applicazione si è estesa anche allo studio di malattie genetiche (fibrosi cistica, emofilia, distrofia miotonica, acondroplasia, X-fragile, beta-talassemia, rene policistico dell’adulto, rene policistico infantile ed altre) e delle malattie infettive (toxoplasmosi, rosolia, varicella, citomegalovirus, etc.).
In mani esperte l’amniocentesi dura pochi minuti. Essa consiste nel prelievo ecoguidato di circa 20ml di liquido amniotico che si riformerà dopo alcune ore. Immediatamente prima dell’amniocentesi, deve essere eseguita un’ecografia in tempo reale per valutare l’attività cardiaca fetale, l’epoca gestazionale, la posizione della placenta, la localizzazione del liquido amniotico e il numero dei feti.
Il probabile rischio di un aborto in seguito all’amniocentesi è circa dello 0,1%-0,5%. Le lesioni del feto dovute all’ago sono rare.
Prelievo dei villi coriali (villocentesi)
Il prelievo dei villi coriali (Chronic Villous Sampling, CVS) è utilizzato per la diagnosi prenatale nel 1˚ trimestre. I villi coriali vengono aspirati con una siringa e posti in coltura a breve e a lungo termine in laboratorio. I cariotipi sono ottenuti da entrambe le colture, anche se quelli della coltura a lungo termine sono più accurati.
Il vantaggio principale del CVS è che i risultati sono disponibili in una fase molto più precoce della gravidanza.
L’incidenza totale degli aborti dovuti al CVS eseguiti nel 1˚ trimestre (inclusi gli aborti spontanei, quelli indotti e gli aborti dopo le 20 settimane) non è statisticamente differente da quella dell’amniocentesi.
Per l’analisi è, di solito, necessario un minimo di 10mg di villi; 20-25mg rappresentano una quantità ottimale. Le cellule citotrofoblastiche per l’analisi citogenetica sono raccolte direttamente o dopo una notte di incubazione. Le colture in situ delle cellule mesenchimali dello stroma possono essere esaminate dopo circa 8-10gg.
Quando la diagnosi non è chiara, può essere necessario eseguire anche l’amniocentesi per ottenere una diagnosi definitiva. In generale, comunque, l’accuratezza del CVS è sovrapponibile a quella dell’amniocentesi.
Prelievo di sangue dal cordone ombelicale (cordocentesi o funicolocentesi)
I campioni di sangue fetale possono essere ottenuti con la puntura percutanea del cordone ombelicale (funicolocentesi). Sotto guida ecografica si inserisce un ago nell’arteria ombelicale fetale, generalmente vicino al punto di inserzione del cordone ombelicale sulla placenta. La percentuale di aborti correlati alla procedura è di circa l’1%.
La cordocentesi è eseguibile dalla 18-20° settimana, per diagnosticare infezioni fetali e verificare eventuali anomalie cromosomiche riscontrate all’amniocentesi (es. il controllo di un mosaicismo riscontrato precedentemente su amniociti) oppure in caso di malformazione fetale evidenziata con l’ecografia a gravidanza inoltrata.
Con le colture linfocitarie a breve termine si può stabilire l’assetto cromosomico fetale in 48-72h.
In termini schematici e nell’ordine di frequenza delle problematiche del nostro Centro possiamo così riassumere le indicazione della tecnica:
- Controllo dello stato fetale in corso di infezioni
- Esame rapido del cariotipo
- Isoimmunizzazione Rh
- Anemie e discrasie fetali
- Determinazione dello stato metabolico fetale
- Altre terapie fetali
Tecniche di diagnosi prenatale non invasive
Le tecniche di screening prenatale non invasivo utilizzate sono il test Prenatalsafe® e l’esame prenatale RhSafe®.
Prenatalsafe®
Prenatalsafe® è un test innovativo, semplice e sicuro, per lo screening prenatale non invasivo della sindrome di Down e delle principali anomalie cromosomiche fetali, mediante analisi del DNA fetale dal sangue materno.
Rh-Safe®
RhSafe® è un esame prenatale non invasivo che, analizzando il DNA fetale isolato da un campione di sangue della gestante, consente di determinare il Fattore Rh fetale.
Esami disponibili
La diagnosi prenatale tradizionale comprende (incluso nel prezzo):
- cariotipo tradizionale (con risultati entro circa 15gg.);
- risposta rapida entro 24/48 ore mediante QF-PCR (cromosomi 13, 18, 21, X e Y);
- dosaggio alfa-feto proteina – AFP (solo in caso di Amniocentesi);
- ricerca con tecniche di agenti infettivi con risposta entro 2-3 giorni (se indicata).
La diagnosi prenatale molecolare comprende (incluso nel prezzo):
- cariotipo molecolare madiante tecnica Array-CGH (con risultati su eventuali aneuploidie a carico di tutti i cromosomi entro 2-3 giorni)
- screening di 100 sindromi cromosomiche da microdelezione / duplicazione e di oltre 150 geni;
- dosaggio alfa-feto proteina – AFP (solo in caso di Amniocentesi);
- ricerca con tecniche di agenti infettivi con risposta entro 2-3 giorni (se indicata).
La risposta rapida entro 24/48 ore mediante QF-PCR non è inclusa in quanto non necessaria. Infatti il cariotipo molecolare fornisce già in tempi rapidi (entro 2-3 giorni) i risultati di eventuali anomalie su tutti i cromosomi.
La diagnosi prenatale genetica comprende (incluso nel prezzo):
- cariotipo tradizionale (con risultati entro circa 15gg.);
- oppure, cariotipo molecolare madiante tecnica Array-CGH (con risultati su tutti i cromosomi entro 2-3 giorni);
- risposta rapida entro 24/48 ore mediante QF-PCR (cromosomi 13, 18, 21, X e Y)(solo con cariotipo tradizionale);
- screening di oltre 100 sindromi cromosomiche o genetiche submicroscopiche (solo con cariotipo molecolare);
- dosaggio alfa-feto proteine (solo amniocentesi)
- ricerca con tecniche molecolari di agenti infettivi, con risposta entro 2-3 giorni (se indicata);
- screening per Fibrosi Cistica (gene CFTR);
- screening per Ritardo Mentale o Sindrome dell’X fragile (gene FRAXA);
- screening per Sordità congenita/ereditaria (Gene GJB1 o CX26);
- screening per Distrofia Muscolare di Duchenne/Becker (gene Distrofina);
- altre malattie genetiche (su richiesta)
- ricerca di specifiche mutazioni per qualsiasi malattia genetica (su richiesta e previa approvazione del centro)
La diagnosi prenatale molecolare infettivologica
Ricerca con tecniche molecolari della presenza del genoma di uno o più dei seguenti agenti infettivi:
- Citomegalovirus (CMV);
- Herpes simplex (HSV1/2);
- Varicella Zooster (VZV);
- Rubeoviru;
- HIV;
- Toxoplasma gondii;
- Parvovirus (B19).
Qualora non si desiderasse effettuare tutti gli esami, ma solo uno o più di questi, la paziente può comunicare la sua scelta al ginecologo che eseguirà il prelievo (il costo verrà computato in relazione agli esami scelti).