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Che cos’è la fibrosi cistica?

La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa al mondo, in quanto colpisce circa 1 individuo ogni 2.500.

La fibrosi cistica (detta anche mucoviscidosi o malattia fibrocistica del pancreas) è una grave malattia ereditaria, cronica, progressiva, che coinvolge diversi organi: polmoni, pancreas, fegato e intestino. 

Attualmente l’età media di diagnosi è di 2 mesi, essendo solitamente effettuata tramite i programmi di screening neonatale (obbligatorio per tutti i neonati dal 2018), ma la malattia può manifestarsi più tardivamente ed esprimersi con maggiore o minore gravità in individui diversi.

La fibrosi cistica altera le secrezioni di molti organi che, risultando più dense, disidratate e poco fluide, contribuiscono al loro danneggiamento. Nei pazienti affetti, infatti, i liquidi biologici secreti dalle ghiandole esocrine come il muco, il sudore, la saliva, lo sperma e i succhi gastrici sono molto più densi e viscosi del normale. 

I problemi più gravi sono a carico dei polmoni e nel pancreas, dove nei primi l’aumento di densità e di viscosità del muco può causare problemi respiratori e infezioni, mentre nel secondo l’aumento di densità dei succhi pancreatici causa problemi digestivi. 

Inoltre, i pazienti affetti da fibrosi cistica riscontrano una riduzione della fertilità a causa dell’eccessiva densità del loro liquido spermatico e delle secrezioni vaginali. 

Perché si chiama fibrosi cistica e chi l’ha scoperta

Una prima descrizione della malattia venne data nel 1936 dal medico pediatra di Zurigo Guido Fanconi che rilevò in due bambini deceduti alcuni sintomi classici della malattia, quali fibrosi pancreatica e bronchiectasie. 

Nel 1936 la dott.sa Dorothy Andersen della Columbia University di New York, analizzando il pancreas di alcuni bambini deceduti, definì la patologia che li aveva colpiti come “fibrosi cistica del pancreas”. Questi casi presentavano infatti un radicale sovvertimento della struttura pancreatica, in cui gli acini ghiandolari erano scomparsi e sostituiti da minuscole formazioni cistiche immerse in un tessuto connettivo fibroso (fibrosi appunto). In questo studio si pensava che la malattia dipendesse soprattutto dalle alterazioni pancreatiche. 

In seguito si realizzò che la fibrosi cistica era una malattia generalizzata che riguardava tutte le strutture epiteliali e ghiandolari secernenti.

Nel 1943, il professor Farber chiamò la fibrosi cistica come “mucoviscidosis” (mucoviscidosi) per via delle secrezioni di muco viscide che occludevano i canali sia delle ghiandole endocrine sia di vari organi, tra i quali i bronchi e il pancreas. 

Nel 1952 morirono diversi bambini di fibrosi cistica ed un ricercatore italiano, emigrato negli Stati Uniti anni prima, scoprì che la causa della morte era l’eccessiva presenza di sale nel sudore. A causa del forte caldo registrato in quell’anno, i bambini affetti da fibrosi cistica andarono incontro a forte disidratazione perdendo molti sali. Da questa scoperta è stato sviluppato il cosiddetto “test del sudore” che permette di diagnosticare tale malattia.

Qual è la causa della fibrosi cistica?

La fibrosi cistica è causata da un difetto sul gene CFTR che contiene le istruzioni per costruire l’omonima proteina CFTR (Cystic fibrosis transmembrane conductance regulator), presente sulla superficie delle cellule di tutti gli organi che producono muco nell’organismo.

Il gene CFTR alterato fa sì che la proteina non venga più prodotta, o che ne venga prodotta una versione non funzionante.  La proteina CFTR ha un ruolo importante nel regolare la quantità di cloro che viene secreto insieme ai liquidi biologici.

A causa dello sbilanciamento nella quantità di cloro esportata e la quantità di sodio importata, le secrezioni cellulari contengono una scarsa quantità di acqua e questo ne modifica drasticamente le proprietà. 

Per questo motivo, nei pazienti affetti da fibrosi cistica, le secrezioni sono dense e poco fluide.

Come si trasmette la fibrosi cistica?

La fibrosi cistica si trasmette con un meccanismo autosomico recessivo: perché si instauri la malattia il figlio deve avere entrambe le copie mutate del gene CFTR (una copia ricevuta dal padre e una copia ricevuta dalla madre).

I genitori che hanno solamente una copia alterata del gene CFTR non hanno la fibrosi cistica, né evidenziano alcun sintomo della malattia e sono definiti portatori sani del gene della fibrosi cistica. Possono però trasmettere il gene difettoso ai figli, così come trasmettono altre caratteristiche, come il colore degli occhi e dei capelli.

In particolare, per ogni gravidanza, due genitori portatori sani hanno:

  • 1 probabilità su 4 (25%) di avere un figlio malato;
  • 1 probabilità su 4 (25%) di avere un figlio sano e non portatore;
  • 2 probabilità su 4 (50%) di avere un figlio portatore sano.

Sintomi

  • Insufficienza respiratoria e accumulo di muco denso nelle vie respiratorie.
  • Diarrea o feci dall’aspetto oleoso e nauseabonde.
  • Blocchi intestinali.
  • Flatulenza eccessiva e stitichezza grave associate a dolori addominali.
  • Infezioni ricorrenti e resistenti agli antibiotici: il tessuto dei polmoni si deteriora gradualmente e vi proliferano batteri.
  • Sinusiti, bronchiti e polmoniti frequenti.
  • Alterazioni dell’apparato respiratorio: bronchiectasie e pneumotorace.
  • Tosse ostinata, che da secca si fa catarrale.
  • Respiro affannoso e sibilante, dovuto alla chiusura delle vie aeree.
  • Carenze nutrizionali che ostacolano la crescita e l’aumento di peso.
  • Pancreatite.
  • Prolassi rettali. 
  • Malattie epatiche.
  • Diabete. 
  • Calcoli alla cistifellea.
  • A livelli dell’apparato riproduttivo maschile, la mancanza del dotto deferente e infertilità; in quello femminile, blocco della cervice da parte del muco e ridotta fertilità. 
  • Alterazione dei livelli di minerali nell’organismo e sudore molto salato.
  • Estremità delle dita dilatate (clubbing) e riduzione della densità ossea.

Che differenza c’è tra fibrosi cistica e fibrosi polmonare?

La fibrosi polmonare idiopatica è una patologia dovuta all’accumulo di tessuto connettivo nei polmoni che progressivamente si sostituisce al tessuto polmonare. Questo causa una seria compromissione dell’ossigenazione del sangue.

A differenza della fibrosi cistica, non è una patologia multiorgano in quanto rimane limitata al polmone. Ha un andamento progressivo cronico e colpisce persone adulte in età medio-avanzata. 

Le cause sono ignote e non esiste una terapia per curare questa malattia.

Come prevenire la fibrosi cistica?

L’unica possibilità per prevenire la nascita di un figlio affetto da fibrosi cistica da genitori consapevoli di essere portatori sani è data dalle tecniche di riproduzione assistita che si avvalgono di diagnosi preimpianto.

Tramite queste tecniche è di fatto possibile trasferire in utero solamente gli embrioni che non presentano le alterazioni genetiche dovute alla malattia. 

Come si guarisce dalla fibrosi cistica?

Le terapie variano da soggetto a soggetto e sono costituite per lo più da fisioterapia respiratoria, antibiotici, aerosol-terapia, somministrazione di enzimi pancreatici e vitamine. 

Il decorso e la prognosi sono notevolmente migliorati negli ultimi decenni. Nonostante ciò, allo stato attuale, la guarigione non è possibile e la durata media della vita è comunque ancora ridotta rispetto a quella di un individuo sano.

La fibrosi cistica nei bambini

Sono fortunatamente sempre più rari i casi in cui la fibrosi cistica non viene diagnosticata al momento della nascita o durante la gravidanza, ma è possibile che ciò avvenga anche in età adulta.

Rilevare tempestivamente la fibrosi cistica in un neonato è l’evento più frequente, grazie all’esperienza ormai acquisita dagli specialisti nel riconoscere i primi sintomi. 

Fra i segnali da tenere d’occhio, l’ileo da meconio si presenta nel 15-20% circa dei casi e lo si deve affrontare il più rapidamente possibile, in quanto può provocare una perforazione intestinale e quindi una peritonite. In alcuni neonati è stata osservata anche torsione dell’intestino su se stesso (cosiddetto volvolo).

In neonati che non presentano un ileo da meconio come primo sintomo è spesso osservata una ritardata o insufficiente capacità di riacquistare peso alla nascita, per via dello scarso assorbimento di nutrienti a causa dell’alterazione di enzimi pancreatici. 

Altre conseguenze nel neonato sono le feci frequenti ed abbondanti di cattivo odore e il gonfiore addominale.

La fibrosi cistica nei bambini può anche svilupparsi più avanti. In assenza di sintomi riconoscibili subito dopo la nascita, è però possibile che si manifestino in età scolare.

La fibrosi cistica negli adulti

Non tutti i malati vengono diagnosticati attraverso lo screening neonatale e c’è una buona fetta di persone con fibrosi cistica che riceve la diagnosi superati i 18 anni.

La fibrosi cistica in età adulta è in genere più facile da affrontare, ma resta un elemento da non sottovalutare, soprattutto per la sua influenza sulla qualità della vita.

Ad oggi, grazie agli sviluppi della ricerca, l’aspettativa di vita di un paziente affetto da fibrosi cistica è di circa 40 anni.

Quali sono gli esami per diagnosticare la fibrosi cistica?

L’unico modo per identificare i portatori sani è quello di effettuare un test sul DNA per la ricerca di mutazioni del gene CFTR, che viene però complicato dal fatto che ad oggi sono conosciute più di 2.000 mutazioni, di cui oltre 300 con significato patogenetico. 

Benché le mutazioni di questo gene siano frutto di studio continuo, molte di queste varianti sono rare e altre ancora sconosciute. 

Di solito il test genetico viene eseguito ricercando da 31 a 200 mutazioni (a secondo del tipo di analisi effettuata), scelte fra le più frequenti nell’area geografica di derivazione, e nel complesso permette di identificare circa 90% dei portatori. 

In casi particolari, adeguatamente valutati dal genetista di riferimento, può essere eseguito anche un test genetico che prevede l’analisi dell’intero gene CFTR, con conseguente ricerca di tutte le mutazioni sinora scoperte.

Per scoprire se siete portatori di fibrosi cistica e per la diagnosi di qualsiasi malattia geneticamente trasmissibile, potete affidarvi a Eurofins Genoma: il punto di riferimento italiano ed europeo per la diagnosi molecolare. 

Eurofins Genoma consiglia i seguenti test

Embryosafe® valuta la presenza di anomalie genetiche nella coppia prima del concepimento assistito, per prevenire la tramissione di eventuali malattie genetiche all’embrione.

Babynext® è un test postnatale che rileva patologie prima che il bambino ne mostri i sintomi e aiuta a prevenire i danni provocati da una diagnosi fatta troppo tardi.

È utile a chi non sta riuscendo ad avere figli perché permette di scoprire se si è portatori della malattia e se è causa di infertilità: il 98% degli uomini con fibrosi cistica non è fertile.

Il test genetico per la fibrosi cistica è un test utile per chi ha scelto la fecondazione assistita perché permette di scoprire se si è portatori della malattia e se si rischia di trasmetterla a futuri figli.

Perché scegliere noi

Da oltre 20 anni, Eurofins Genoma è un centro d'eccellenza nel settore della genetica e della biologia molecolare. Siamo un’azienda attiva nella ricerca e vantiamo conoscenze ed esperienza notevoli nel settore.

I nostri laboratori, realizzati all’interno di strutture moderne e high tech, sono caratterizzati da dotazioni strumentali e tecnologiche avanzate, e da standard qualitativi elevati.

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